venerdì 19 giugno 2009

Qualcosa si muove II

Queste qui sopra sono le ragazze sbarcate l'estate scorsa dal Magnum 70, una nave di Berlusconi, che si avviano dal molo verso Villa Certosa, la residenza estiva di Berlusconi in Sardegna, già oggetto delle foto di Zappadu.
Se dovessi usare una metafora, mi ricordano mucche (o vacche) che vanno al macello.

Lillo e Gomez dalle righe dell'espresso ci fanno sapere che:
"Una volta ingrandite, le foto scattate a riva e sulla barca del Cavaliere regalano comunque almeno quattro volti (e in qualche caso tatuaggi) straordinariamente somiglianti a quelli di ragazze destinate nei mesi successivi a fare molta carriera: tre stelline della tv (due protagoniste di reality e un'aspirante giornalista Mediaset), più una giovane promessa del Pdl. Inutile però cercare da loro conferme."

Per chi continua a dire che
"Sarà un gran puttaniere ma è un grande imprenditore, ci renderà ricchi"
a parte che l'esperienza ormai avrebbe dovuto insegnargli qualcosa, gli ricordo che è allarme disoccupazione con un 8% secondo Istat. Roba mai vista dal 1994. Meno male che noi siamo quelli meno colpiti dalla crisi... In parlamento non si parla d'altro che dei cazzi suoi da 1 anno ormai, lo so perchè seguo 2 giorni alla settimana i lavori parlamentari. Il paese non è governato, ma si trascina.

Continuando il post precedente direi che oltre a quelle forze precedentemente citate, anche la chiesa si muove...
Dal giornale della chiesa, l'Avvenire, cito:
"In questo clima di smarrimento crescente è lecito domandarsi se il presidente del consiglio abbia finora scelto la linea di resistenza migliore e i difensori più appropriati al suo caso. Non è solo questione di stile sfoggiato (anche se lo stile in certe situazionii è purissima sostanza) da parte di avvocati bravi, a quanto pare, soprattutto a moltiplicare i motivi di imbarazzo. Il punto centrale è la necessità di arrivare il più presto possibile a un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti".
E' quanto si legge in un editoriale di Avvenire, firmato da Gianfranco Marcelli, secondo il quale il premier deve rispondere a domande: "che non vengono solo dagli avversari politici, ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier. E se anche non fosse possibile eliminare ogni ombra", perché alcune questioni sono in mano alla magistratura, "si pongano almeno i presupposti per evitare ulteriori stillicidi di chiacchiere e di tempeste mediatiche. Senza illudersi che l'efficenza dell'azione di governo possa far premio, sempre e comunque, sui comportamenti privati. Alla lunga tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo è che a pagarlo non sia solo il singolo debitore di turno, ma l'intero paese"

Bum.

Tutte le foto dello sbarco

L'Istat e la disoccupazione all 8%
Puzza di fuggi fuggi nel PDL

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